“Pare che prima o poi
anzi prima che poi
sugli Aliscampi che splendono
tra Amalfi e Vietri si vedranno enormi
grattacieli e già sorge dalla cintola insù
l’intellighenzia con i suoi alti piati.
Ma saranno sprecati; grattare il cielo
è ciò che resta a chi non creda più
che un cielo esista.”
La scoperta di uno scritto inedito del grande poeta ad opera di una giovane insegnante di letteratura italiana in Giappone.
Ha un sapore attuale, ma è datato 8 marzo 1975 il componimento inedito di Eugenio Montale (1896-1981) dal titolo I grattacieli, scoperto di recente al Fondo Manoscritti di Pavia dalla professoressa Ida Duretto, docente di letteratura italiana all’Università di Kyoto, e in seguito pubblicato sul terzo fascicolo dei Quaderni Montaliani (Interlinea, 2023), avviati nel 2021 in occasione dei quarant’anni dalla scomparsa del poeta. È una lirica amara, disincantata e contestatrice, che si pone sulla stessa linea di Le città Invisibili di Italo Calvino, criticando la crescente inarrestabile urbanizzazione e la nascente società dei consumi, destinate, secondo gli autori, a causare un vero e proprio scempio ambientale e naturalistico.

In quegli anni, infatti, mentre il boom economico rendeva più veloce l’avanzata del progresso, osteggiata, fra gli altri, anche da Pierpaolo Pasolini, in Italia era acceso il dibattito sull’Hotel Fuenti, al quale si deve l’entrata nella lingua italiana del termine ecomostro, coniato da Legambiente e divenuto tristemente familiare negli ultimi decenni per indicare qualsiasi edificio che danneggi irreparabilmente la bellezza e l’ecosistema di un paesaggio. L’hotel in questione era un enorme edificio abusivo (150 metri di lunghezza per 34mila metri cubi di cemento) che sorgeva a Vietri sul mare, in località Fuenti, sulla bellissima costiera amalfitana, costruito alla fine degli anni Settanta. Un progetto che avrebbe potuto mettere a rischio la tenuta dell’intera scogliera a causa degli sbiancamenti effettuati.

Definito “un misfatto ecologico esemplare” dal giornalista Antonio Cederna, portò alla ribalta il tema della tutela dell’ambiente. Contro l’Hotel Fuenti presero infatti posizione anche molti intellettuali dell’epoca, quali Italo Calvino, Natalia Ginzburg e Indro Montanelli, oltre che, appunto, Montale, i quali auspicavano la redazione di una proposta di legge sulla tutela dei beni culturali, proprio ai tempi della nascita del Ministero dei Beni Culturali, nel 1975. L’ecomostro Fuenti, che è ancora oggi noto come il primo simbolo della necessità di affiancare la tutela dell’ambiente allo sviluppo economico, venne demolito solo nel 1999.