Artemia+: “Verso sera ancora (Angelo)”. Intervista a Gianni De Feo.

Il Centro Culturale Artemia di Roma ha dato via ad Artemia+, una rassegna teatrale a tema LGBTQ+ articolata nei weekend di novembre che affronta attraverso i suoi spettacoli diversi aspetti del mondo LGBTQ+. A dare il via alla rassegna è stato lo spettacolo Oscar e Bosie, un reading comparativo dei testi scritti da Oscar Wilde e Lord Alfred Douglas, in cui risulta evidente il loro rapporto profondo ma nello stesso tempo struggente.

Dal 10 al 12 novembre sarà il turno di “Verso sera ancora (Angelo)”, diretto e interpretato da Gianni De Feo e scritto da Marco Buzzi Maresca.

Siamo entrati nel cuore dell’opera insieme a Gianni De Feo.

Verso Sera Ancora – De Feo

Gianni, il tuo spettacolo, “Verso sera ancora (Angelo),  si inserisce all’interno della rassegna Artemia+. Vuoi spiegarci cos’è Artemia+ e come nasce?

Questa è la seconda edizione della rassegna che nasce da un’idea di Maria Paola Canepa, direttrice artistica del Centro Culturale Artemia. Nasce con lo scopo di utilizzare il Teatro come mezzo per abbattere pregiudizi e difendere ogni diritto civile. Uno scopo più che necessario in un’epoca in cui non si può smettere di lottare, di credere, di difendere le proprie scelte individuali o collettive che siano. Kirolandia affianca anche quest’anno la rassegna e non manca il patrocinio del Centro di Cultura Omosessuale Mario Mieli.

Fiero di partecipare con un mio nuovo spettacolo in prima assoluta, scritto per me da Marco Buzzi Maresca, e pensato proprio per essere inserito in un contesto di confronto con altre realtà teatrali, unite dallo stesso scopo. Infatti, la rassegna occuperà tutto il mese di novembre, durante il quale saranno presentati quattro spettacoli nei quattro weekend del mese. Ogni spettacolo affronterà la tematica LGBTQ+ dal proprio punto di vista.

Ma non solo Teatro. La rassegna infatti sarà accompagnata da una mostra di opere di un singolo artista esposte nel foyer del teatro. Quest’anno saranno esposte le opere dell’artista Roberto Rinaldi, dall’intrigante titolo “Oltre l’Eden” che faranno da contrappunto ai quattro spettacoli in corso.

Gianni De Feo ph. Manuela Giusto

“Verso sera ancora (Angelo), diretto e interpretato da te, verrà presentato proprio in questa occasione.  Vuoi presentarcelo?

Se potessi trasportare con la fantasia questo spettacolo  all’interno di un grande Luna Park, tra giostre, imbonitori, clown, trapezisti e ottovolanti, lo immaginerei senz’altro dentro la stanza degli specchi magici. L’immagine di un uomo solo si riflette all’ infinito,  si ritrova, si deforma si trasforma si moltiplica attraverso gli sguardi che lo hanno accompagnato durante tutto l’arco della sua vita, lunga vissuta divorata con ardore e ad occhi aperti. In un primo tempo negli specchi si intravedono appannate le strade di una Roma tra il finire degli anni ’70 e i primi anni ’80. Spuntano al chiaro di luna corpi pallidi, ragazzi di vita, ragazzi tuffatisi nella vita, che portano addosso profumo di fiori, di cespugli e pietre secolari. Corpi assetati che si sbattono come farfalle nelle notti sacre della prostituzione. Poi gli specchi riflettono l’immagine del nostro uomo che cammina sul filo dell’Arte, libero! Libero! I suoi vent’anni deliranti, le fughe, le avventure, Parigi, il teatro come scoperta del proprio corpo e della voce. Lui sceglie, e ne è consapevole! Sceglie di andare fino in fondo, in un mondo che è suo, senza padre, lontano dal letto materno. Si lascia andare tra deliri dionisiaci, incubi erotici e rassicuranti amori matrimoniali sognati come una fanciulla dell’ottocento. Si mischiano i volti, si confondono i corpi, si sfiorano, si toccano, si immergono nel piacere. Riaffiora il volto scuro del giovane algerino dagli occhi verde giada, con il quale si perde tra i monti berberi ai confini col deserto, abbandonandosi in un’avventura che si consuma in un breve ma intenso tempo, il tempo di imparare che Amore è anche lasciare andare. Ora, attraverso gli specchi magici l’uomo rivede Angelo, l’amore della consapevolezza che pure, malgrado tutto, finisce. Dieci anni scolpiti come un fulmine che dilegua. Angelo si frantuma così in mille angeli, in mille ali. Ma lascia segni profondi, maturi, che riconducono all’ultima figura riflessa nello specchio,  quella del padre. Una figura antica e nuova, finora assente ma che verso sera, verso sera ancora, diventerà riflesso di se stesso, padre e figlio all’infinito. Un ritorno al padre come ritorno a sé.

È uno spettacolo dal linguaggio lirico, aulico, poetico, violento e carezzevole, malinconico e crudo. Un ritmo incalzante, scandito da brevi pause e vuoti sospesi. Un vortice erotico e sensuale, sostenuto da una colonna musicale che varia dal rock al pop, dal barocco al minimalismo e che fa da contrappunto alla trama.  Uno specchio attraverso il quale chiunque con coraggio potrà riflettersi per ritrovarsi.

Gianni De Feo ph. David Castillo

Gli spettacoli di Artemia+ affrontano tutti diversi aspetti della comunità LGBTQ+. Su quale aspetto si sofferma in particolare il tuo spettacolo?

Lo spettacolo è una sorta di autoanalisi, una graduale consapevolezza di sé.  Un percorso a ritroso, necessario a ritrovare le tracce di quell’adolescenza che ha segnato i momenti più significativi e fondamentali per la nostra affermazione. Siamo il risultato delle nostre scelte, siamo voce e corpo dei nostri percorsi, dei nostri amori finiti e infiniti, delle vittorie così come delle sconfitte.  Spesso ci sentiamo sbagliati, inadeguati, vittime del giudizio dei benpensanti, lasciando così serpeggiare dentro di noi un lacerante sentimento di frustrazione e pentimento. Lo spirito di questo spettacolo, al contrario, esalta quel senso di libertà interiore e di purezza d’animo, di coraggiosa affermazione di sé e di quella libertà d’Amore capace di proiettarci oltre le tristi barriere di prigioni prestabilite e mai scelte.

 Amore diffuso, senza confini di genere, che non conosce giudizi e pregiudizi. Un necessario proiettarsi al passato per ritrovarsi al presente ancora più liberi attraverso una simbolica purificazione dei sensi e dell’anima.

Juliette Greco canta i versi di Prévert con un tocco di saggia ironia “Je suiscomme je suis “ affermando così la piena e consapevole libertà di essere se stessi.

GIANNICLOSEUP-2 ph. David Castillo

Quanto c’è di te in quest’opera?

Solitamente, i personaggi che io vesto sulla scena, anche quelli apparentemente molto distanti da me per storia, cultura, pensiero e epoca, portano sempre con sé inevitabilmente qualcosa di me, il mio punto di vista, il mio vissuto. In “Verso sera ancora”, spinto da un bisogno di ritrovare il senso del mio fare teatro dopo tanti anni come espressione delle proprie trasformazioni più intime,  racconto me fino in fondo e senza pudori. C’è Angelo, protagonista assoluto e reale dei miei vent’anni frementi, assetati, curiosi, drogati di corpo e vita. Angelo che si sdoppia e moltiplica nei molteplici angeli incontrati sul cammino dell’Arte, fino a condurmi, senza saperlo, a un dialogo di dichiarato amore con un padre ormai non più terreno, ma solo ora, infine, vivacemente presente. E sarà proprio quest’incontro metafisico e immaginato con il padre che mi riporterà a un congiungimento con la mia essenza di figlio e, allo stesso tempo, padre di me stesso. Il testo nasce dall’incontro con l’autore Marco Buzzi Maresca con il quale, durante qualche cena estiva nelle rumorose pizzerie romane, tra bicchieri di vino e chiacchiere divertenti, raccontando il mio vissuto e il mio presente, abbiamo lasciato affiorare questa ricca trama che nelle sue mani, anzi direi attraverso la sua penna  lirica, ha toccato punte di puro lirismo. Marco ha riportato i miei racconti personali in un testo assolutamente teatrale, scritto nel giro di pochissimi giorni. Storie che qui diventano specchio per chiunque  voglia rispecchiarsi. Una pura confessione che disegna il quadro di un’epoca e stimola a non smettere di sbocciare, come eterni fanciulli, nell’eterna lotta per la propria affermazione.

Vedremo il tuo spettacolo anche in altre occasioni?

Replicheremo lo spettacolo dopo pochi giorni dalle prime rappresentazioni all’Artemia. Infatti, saremo l’1, il 2 e il 3 dicembre nell’ambito della rassegna teatrale 23/24 curata da Caterina Venturini, presso il Centro Culturale Binario 30. Un nuovo spazio molto interessante situato in via Giolitti, accanto alla Stazione Termini, per essere, come recita lo slogan,  ”in viaggio insieme, nessuno escluso”.

Grazie a Gianni De Feo.

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