Graziano Marraffa, Presidente e Fondatore dell’Archivio Storico del Cinema Italiano, lancia un appello agli amanti del Cinema.

Graziano Marraffa è ben noto tra i professionisti del Cinema, oltre agli studiosi e appassionati. Dirige da anni l’Archivio Storico del Cinema Italiano mediante il quale concepisce e realizza mostre iconografiche, retrospettive cinematografiche, collabora con società di produzioni audiovisive ed editoriali, fornisce consulenze specifiche in ambito internazionale e patrocini culturali a vari premi cinematografici recentemente istituiti.

L’Archivio Storico del Cinema Italiano è, da sempre, totalmente autofinanziato da Graziano Marraffa in persona: per chiedere e ricevere i relativi contributi economici previsti dallo Stato Italiano, l’Ente dovrebbe avere di norma una sede stabile aperta al pubblico (ciò che ora manca).
Lanciamo l’appello affinchè tutti i mecenati della Cultura si propongano di ospitare l’Archivio presso gli spazi di loro proprietà.

Salviamo l’Archivio Storico del Cinema Italiano fondato da Graziano Marraffa

Presidente Graziano Marraffa, quest’anno il Festival del cinema di Roma è iniziato il giorno del Suo compleanno. FacendoLe i migliori auguri, vorremmo chiederLe che collegamenti ha l’Archivio Storico del Cinema Italiano da Lei fondato e diretto con la kermesse cinematografica romana?

L’inaugurazione del Rome Film Fest con la data del mio compleanno è una piacevole coincidenza; in varie edizioni del Festival sono stati presentati in concorso film documentari ai quali l’Archivio Storico del Cinema Italiano ha fornito materiali iconografici inediti, quali “RITRATTO DI MIO PADRE” (2010) di Maria Sole Tognazzi e “GIOVANNA CAU DIVERSAMENTE GIOVANE (2011) di Marco Spagnoli, mentre nel 2013 per la retrospettiva curata dalla Cineteca Nazionale sull’attore e regista Claudio Gora, l’Archivio ha fornito i film in pellicola 35mm “3 STRANIERE A ROMA” (1958) e “L’ODIO E’ IL MIO DIO” (1968) nelle uniche copie
positive disponibili e proiettabili in Italia; quest’anno, infine, ho avuto personalmente il piacere di presentare presso lo Spazio Roma Lazio Film Commission una conferenza sul filmGOFFREDO E L’ITALIA CHIAMO’(2022) di Angelo Antonucci, attualmente in distribuzione nelle sale cinematografiche italiane e pluripremiato in tutto il mondo, alla presenza di vari attori protagonisti tra i quali Emanuele Macone e Maria Grazia Cucinotta, e del compositore Marco Werba.

Che Archivio del Cinema è il Suo e come si distingue dalle collezioni filmiche della Cineteca Nazionale e dell’Istituto Luce Cinecittà?

E’ un Archivio basato prevalentemente sulla ricerca, il recupero e la conservazione di film e trailer in pellicola 35mm, realizzati dagli albori del Cinema sonoro ai giorni nostri, selezionati in merito alla loro importanza storica e, soprattutto, alla loro irreperibilità o indisponibilità per la diffusione culturale su scala internazionale; al contempo l’Archivio è omnicomprensivo nella conservazione di materiali originali extra filmici, iconografici e cartacei (manifesti e corredi pubblicitari di ogni formato, fotografie di scena e backstage, sceneggiature, manoscritti, documenti vari), che contano complessivamente milioni di esemplari suddivisi nelle rispettive categorie : Cineteca, Manifestoteca, Fototeca, Biblioteca, Emeroteca, Fonoteca, Scenografia e Costumi, Videoteca,
Documenti, Oggettistica.


La Cineteca Nazionale e l’Istituto Luce Cinecittà sono enti istituzionali di straordinario prestigio, con i quali l’Archivio ha spesso collaborato in vari ambiti e a vario titolo, che oltre alla conservazione dei materiali originali
hanno enormi opportunità nel settore della formazione professionale, della detenzione e deposito dei negativi originali dei film, del restauro, della digitalizzazione e divulgazione delle opere cinematografiche.

5 premio “Cinema anni d’oro”, da destra Graziano Maraffa, Carlotta Bolognini e Francesco Frigeri

Quando nasce l’Archivio Storico del Cinema Italiano e dove ha avuto luogo, nel corso della sua attività pluriennale?

L’Archivio è nato a Roma, progressivamente alle ricerche e al recupero dei materiali cinematografici originali da me effettuate quale semplice appassionato a partire dai primissimi anni ’80, senonchè nella seconda metà degli anni ’90 ho deciso di trasformare una passione in un’attività professionale e nel 2005 sono riuscito a istituirlo in forma di Associazione Culturale Onlus. Le attività correlate si svolgono in ambito internazionale, collaborando da sempre con i principali Festival e
Cineteche esistenti ma anche con società di produzione audiovisiva, case editrici, archivi e fondazioni private, emittenti radiotelevisive, enti formativi, laboratori di sviluppo e stampa.

Facciamo questa domanda proprio per rivolgerci ai nostri lettori in cerca di un’eventuale soluzione definitiva: Dove si trova attualmente l’Archivio Storico del Cinema Italiano e come possiamo preservarlo?

L’Archivio è attualmente suddiviso in vari depositi, in merito alla tipologia specifica dei materiali e alle loro esigenze di conservazione (spesso ingombranti nel caso di pellicole originali in 35mm); per preservarlo adeguatamente necessita di una sede stabile e dagli spazi idonei nella quale poter esercitare l’attività permanente di centro studi di consultazione aperto al pubblico. L’orientamento è quello di trasferirlo in un’altra regione italiana rispetto al Lazio.

Torniamo al Suo percorso nell’Arte e per l’Arte. Quali studi l’hanno portato a concepire il Cinema come la fonte delle Sue ispirazioni e continue ricerche?

La mia formazione è totalmente autodidattica : da bambino mi sono immediatamente appassionato del Cinema Italiano nel seguire gli straordinari programmi antologici e documentari a puntate che Giancarlo Governi curava per la Rai (le varie serie di “STORIA DI UN ITALIANO”, diretta da Alberto Sordi e “IL PIANETA TOTO’”), ricchi di testimonianze e repertori filmati; dall’età adolescente in poi ho iniziato a frequentare pubblicamente le rassegne cinematografiche e i convegni di studi organizzati dalla Cineteca Nazionale e varie istituzioni universitarie con le relative facoltà, ma anche da magistrali operatori culturali quali Paolo Luciani e Cristina Torelli, Franco Mariotti, Adriano Pintaldi. Opportunità uniche per visionare sul grande schermo i film in pellicola 35mm, che venivano presentati al pubblico mediante la distribuzione di cataloghi e materiali informativi molto curati nella selezione dei testi critici e delle immagini, spesso introdotti o seguiti da incontri alla presenza dei più grandi autori, interpreti e professionisti del Cinema Italiano del ‘900, che testimoniavano direttamente la genesi e lo sviluppo realizzativo dei loro Capolavori. Inoltre, nel tempo, ho debitamente e ampiamente studiato la giurisprudenza specifica riguardante il diritto d’autore, il diritto di utilizzazione economica, il diritto d’immagine in relazione alle opere fotografiche, cinematografiche e pittoriche.

Archivio Sezione Cineteca 35MM

Come approda alla teoria e pratica del restauro delle pellicole?
Ha un ente statale o privato con cui collabora nel restauro dei film?
Ha una propria società che La supporta in questo lavoro?

A fine anni ’90, parallelamente al reperimento e recupero dei film e trailer in pellicola 35mm, ho acquisito da vari operatori proiezionisti e montatori professionisti le nozioni basilari per la revisione e il restauro fisico dei suddetti supporti analogici; mentre in tempi più recenti, collaborando a lungo in qualità di consulente per un importante laboratorio di sviluppo e stampa privato, ho avuto modo di affinare le mie competenze specifiche estendendole dalle copie positive alle matrici negative e vari duplicati visivi e sonori, fino ad apprendere le tecniche basilari di digitalizzazione e restauro in alta definizione.

Attualmente l’intero Archivio è da digitalizzare nelle sue varie fonti originali, la necessità di supporto esterno è pertanto imminente; inoltre va precisato che le pellicole 35mm necessitano di essere movimentate e proiettate in pubblico il più possibile per evitargli naturali problemi di deperimento chimico a causa della staticità.

Ci rivolgiamo a tutti coloro che studiano il restauro dei prodotti audiovisivi e dei materiali originali extra filmici. Come e in cosa potrebbero collaborare con Lei e l’Archivio Storico?

L’ideale sarebbe creare delle partnership culturali e iniziare una stima temporale ed economica per effettuare le fasi di futura conservazione, restauro e digitalizzazione dei materiali originali.

Sala Trevi-Alberto Sordi, da destra Graziano Marraffa, Adriana Russo e Pino Ammendola. Foto di Marco Bonanni

Ci può raccontare la Sua esperienza all’interno della famosa Sala Trevi– Alberto Sordi a Roma?

Sono stato tra i principali frequentatori fin dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 2003 successivamente alla scomparsa di Alberto Sordi al quale la sala fu intitolata dal Centro Sperimentale di Cinematografia che ne ha curato la programmazione, proponendo per 16 anni consecutivi i film in pellicola provenienti dalla Cineteca Nazionale in retrospettive integrali o comunque esaustive dedicate ad autori, interpreti e generi cinematografici, con interventi critici e irripetibili incontri con i professionisti (moltissimi dei quali non più tra noi).


Ho avuto spesso modo di proporre alcuni percorsi trasversali nelle filmografie di Alberto Sordi, Rosanna Schiaffino, Adriana Russo, che sono stati ben volentieri inseriti nella programmazione dai responsabili Domenico Monetti e Luca Pallanch, e ho moderato vari incontri con registi e autori della cinematografia.

Roma Dea e Donna, Graziano Marraffa, Luigi Magni, Lucia Mirisola e Sara Pastore

Si è occupato anche di produzione cinematografica. Che film ha prodotto? Vuole tornare a fare il produttore di pellicole, a Suo avviso, meritevoli, o ideate da Lei stesso?

L’Archivio ha finora autoprodotto e distribuito per la diffusione culturale, su mia ideazione e montaggio, un cortometraggio documentario dedicato al regista Sergio Pastore (“SERGIO PASTORE UN AMMIREVOLE INDIPENDENTE”, 2012), realizzato in occasione del venticinquennale dalla scomparsa e un’antologia filmica dedicata al M° Federico Fellini (“FELLINI & L’ALTER EGO”, 2020, in collaborazione con AIC e Libera Università del Cinema) nel Centenario dalla nascita; entrambi hanno scopi meramente divulgativi e pertanto sono stati programmati in pubblico a livello internazionale in molteplici occasioni. Il mio intento è quello di produrre e realizzare, con adeguati finanziamenti esterni, film documentari su importanti professionisti e argomenti del Cinema Italiano indebitamente trascurati, per valorizzare pienamente i materiali dell’Archivio unendoli alle attuali testimonianze.

Che destino ha avuto il Suo lavoro antologico dedicato al Centenario di Federico Fellini, presentato a Venezia nel 2021?

E’ stato presentato a Febbraio 2020 in anteprima a Cinecittà, nella sala cinematografica dedicata al Maestro, alla presenza di importanti professionisti, alcuni dei quali hanno anche collaborato con lui come i produttori Angelo Iacono e Roberto Mannoni; nonostante l’evento pandemico che ha stravolto l’umanità mondiale, il film è stato programmato nei festival mondiali di Cina, Russia e Stati Uniti, fino a essere previsto in una proiezione al Lido di Venezia parallelamente
allo svolgimento della mostra internazionale d’Arte Cinematografica nel 2021, ricevendo ovunque pieni consensi.

Che esperienze ha in qualità di giurato di festival cinematografici?

Negli ultimi cinque anni ho avuto l’onore e il piacere di essere inserito tra i membri della giuria di varie e prestigiose realtà culturali : il Premio “La Pellicola d’Oro”, con la direzione artistica di Enzo De Camillis, dedicato alle maestranze cinematografiche, attualmente unico nel suo genere; il Festival “Primo piano sull’Autore – Pianeta Donna”, con la direzione artistica di Franco Mariotti, che ha dedicato la 40° edizione all’attrice Giovanna Ralli e il concorso alle registe contemporanee, svoltasi tra Perugia e Roma, confrontandomi nei giudizi sulle opere presentate con professionisti competenti quali Massimo Giraldi, Fabio Melelli, Elizabeth Missland ecc; il “Premio Sergio Pastore per il Cinema Indipendente”, realizzato a Roma tra il Campidoglio e la Casa del Cinema con la direzione artistica delle figlie del regista Laura e Sara Pastore, che non prevede un concorso ma i film e i cortometraggi destinatari del riconoscimento vengono selezionati dalla giuria in merito alla qualità professionale espressa; il concorso “Visioni in movimento” del Festival Internazionale della Danza e delle Danze, realizzato a Nepi con la
direzione artistica di Maria Pia Liotta, che propone in concorso cortometraggi inerenti appunto la Danza; inoltre l’International Tour Film Festival, che si svolge a Civitavecchia con la presidenza di Piero Pacchiarotti e la direzione artistica di Antonio Flamini, mi ha nominato in due edizioni consecutive Presidente di giuria del concorso
letterario “Un mare di libri”, nel quale vengono presentati in concorso prestigiosi saggi e monografie cinematografiche. Il “Festival dell’Arte Spaccata”, con la direzione artistica di Macedonia Teatro e Associazione Calpurnia, propone in concorso cortometraggi teatrali, ovvero sintesi di quindici minuti di pieçe originali alle quali viene attribuita in
premio una residenza artistica per ampliare l’elaborazione del testo.

Sala Trevi-Alberto Sordi, Graziano Marraffa, Nino Russo, Enzo De Camillis e Blasco Giurato

Che collegamento ha l’Archivio con il Cinema Indipendente?

L’Archivio è da due edizioni tra i patrocinatori del “Premio Sergio Pastore per il Cinema Indipendente”, istituito nel 2022 per volontà delle figlie del noto regista e giornalista, che mediante una giuria di esperti professionisti,
presieduta da Franco Mariotti e della quale personalmente ne sono parte integrante, seleziona annualmente i film e i
cortometraggi suddivisi in varie categorie per destinare il riconoscimento ad autori e produttori in merito alla
specifica qualità professionale dimostrata, fuori da ogni competizione.

Ci racconti il Suo “Premio Città di Velletri per la carriera cinematografica”. Perché Le è stato assegnato? Come Lo ha vissuto? Come La aiuta a proseguire gli obiettivi che si pone?

E’ un prestigiosissimo riconoscimento che ho ricevuto nel 2022, ideato dall’attore, regista e produttore indipendente Fernando Mariani, attribuito negli anni a Premi Oscar quali Gianni Quaranta, Vittorio Storaro e Lina Wertmuller, a interpreti quali Lino Banfi, Martine Brochard, Lando Buzzanca e Andrea Roncato, a produttori e
autori quali Antonio e Pupi Avati e altri grandi professionisti del settore;
a differenza di altri riconoscimenti alla carriera, intesi come definitivi di un percorso professionale, viene inteso come di buon auspicio per il futuro, una caratteristica che lo rende unico. Nel mio caso è un pubblico riconoscimento al coraggio pionieristico e indipendente della mia attività, complessivamente impegnativa ma al contempo distinta nel settore, uno stimolo di fondamentale incoraggiamento
per impegnare al meglio le proprie capacità.

Che cosa La lega al Premio alla memoria di Vincenzo Crocitti?

Innanzitutto la stima e l’affetto verso l’attore, uomo di straordinaria umiltà che ho avuto l’onore e il piacere di conoscere personalmente,
ho concesso il patrocinio non oneroso dell’Archivio al Premio a lui intitolato per preservarne debitamente la memoria, sempre troppo corta nel nostro Paese, con lo specifico criterio per il quale l’Archivio è anche tra i patrocinatori del “Premio Luigi Magni e Lucia Mirisola”, diretto dall’omonima Fondazione Museo, “Premio Sergio Pastore per il Cinema Indipendente”, “Premio Cinema Anni d’Oro”, diretto da Carlotta Bologninj, “Festival Internazionale del Doppiaggio Voci nell’Ombra”, diretto da Tiziana Voarino che si svolge a Genova, “Premio
Sampietrino d’Oro marguttiano”.

Essendo cultore della Storia del Cinema, potrebbe azzardare un’ipotesi di accostamento del Cinema Italiano attuale a quello di un’altra epoca o di un’altra nazione?

Il Cinema Italiano è la massima Arte espressiva del ‘900, al pari della Pittura nel Rinascimento;

in epoca attuale ci sono pochissimi Autori che ne mantengono alto il livello artistico, quali ad esempio Pupi Avati, Marco Bellocchio, Paolo Sorrentino e Giuseppe Tornatore, che concepiscono cinematograficamente nella realizzazione anche le loro opere destinate al circuito televisivo, oltre che alla sala cinematografica.
Un discorso di merito a parte va fatto per il Cinema Italiano documentario, che negli ultimi anni ha raggiunto notevoli livelli d’incremento produttivo e di qualità espressiva. In Italia, dal 1979 a oggi, a differenza delle altre nazioni, è venuta gradualmente a mancare l’industria cinematografica che garantiva il mercato internazionale delle opere prodotte, oltre che tutelare il rapporto di
distribuzione nei confronti del pubblico.

Augurando a Graziano Marraffa ulteriori successi e riconoscimenti nel Cinema, chiediamo ai mecenati della Cultura che ci leggono di farsi avanti per preservare l’Archivio Storico del Cinema Italiano.


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