Il nuovo libro di Max e Francesco Morini: “Ragazze perdute. Gli ultimi giorni di Katy Skerl”. Dialogo con Francesco Morini

Domani venerdì 20 ottobre, presso la libreria Sinestetica d (Viale Tirreno, 70 a/b, Roma) alle 19:30 verrà presentato il nuovo romanzo di Max e Francesco Morini: Ragazze perdute. Il caso di Katy Skerl per Paesi Edizioni. Sarà presente il giornalista Fabrizio Peronaci del Corriere della Sera.

Il libro è un romanzo autobiografico che racconta la vicenda di Francesco e Katy, due ragazzi che condividono le stesse passioni, la musica e la politica, e che piano piano si innamorano l’uno dell’altra. L’idillio viene interrotto da un evento tragico: il violento assassinio di Katy Skerl, avvenuto a Grottaferrata il 21 gennaio del 1984, un caso ad oggi non ancora chiuso.

Sullo sfondo dell’intero romanzo c’è Roma. La Roma dei primi anni ’80, violentissima, carica di tensione sociale, dove però inizia la storia d’amore fra i due ragazzi ma in cui, poco dopo, Francesco è costretto a elaborare la morte di Katy e la sua assenza. Ma c’è anche la Roma dei nostri giorni dove, invece, Francesco inizia a ricostruire il ricordo di Katy, dei momenti passati con lei, e cerca, come spiegherà fra poco, di sciogliere i pezzi di vetro all’interno della sua anima, che aveva provato a reprimere per quarant’anni.

Esce oggi il nuovo romanzo di Max e Francesco Morini. L’intervista all’autore Francesco Morini.

Francesco Morini, partiamo dalla genesi di questo romanzo autobiografico.

Come è stato emotivamente scrivere questo romanzo?

Ricordare la vicenda, compiere questo viaggio interiore è stato complesso, a tratti drammatico. Io e mio fratello Max scriviamo romanzi polizieschi già dal 2017, quando è uscito Nero Caravaggio, e probabilmente alcune idee in modo molto vaghe, cinque o sei anni fa, erano già dentro di me.  Sicuramente la notizia del loculo vuoto della tomba di Katy Skerl al cimitero romano del Verano, nel luglio del 2022, mi ha dato l’input per scrivere un romanzo autobiografico. Avendo sempre scritto romanzi fiction, questo per me ha significato anche un salto di qualità a livello della maturazione stilistica, era il momento giusto per scrivere. Scrivere un progetto che, in realtà, era già dentro di me da moltissimo tempo.  

Il lavoro è stato molto drammatico nel mio coinvolgimento emotivo: ho dovuto scavare nella memoria non solo del ricordo mentale ma anche, e soprattutto, in quella emotiva. Ero, in certi momenti, così emotivamente e drammaticamente coinvolti che mi sono ritrovato diverse volte a piangere. È una storia che per quarant’anni ho provato a dimenticare, solo grazie al mio mestiere di scrittore sono riuscito a ridimensionare il lutto che mi sono portato dietro per tutto questo tempo.

Il passaggio dalla fiction alla non-fiction a livello stilistico è stato abbastanza naturale. Chiaramente alcuni episodi, essendo un romanzo, sono stati rielaborati e in certi casi romanzati, ma questo riguarda scene della vita quotidiana dei due ragazzi, non certamente il caso che fa da sfondo o l’ambientazione. Possiamo dire che il romanzo si pone a metà tra la fiction e il non-fiction. Romanzo verità nel quale però c’è sempre una reinvenzione, episodi veri e romanzati. Possiamo riassumere il romanzo così: la storia di un ragazzo che ha una prima rivelazione dell’amore, ma è anche una storia di impegno politico, che, nella Roma di quegli anni, stava però sfiorendo. Ma anche una storia di morte: il ragazzo sperimenta la dimensione dell’amore ancora acerbo ma nell’arco di ventuno giorni si ritrova a sperimentare anche quella della morte, un argomento che a quell’età non sta nei tuoi pensieri e non conosci.

La musica è uno dei fili conduttori della vicenda e della storia d’amore tra Francesco e Katy nel romanzo.

La musica è stata ed è parte integrante della nostra vita. Io e mio fratello abbiamo fatto musica per tanti anni. E c’è tanto della musica di quegli anni: De Gregori, Guccini e molti dei cantautori impegnati, che io amavo. In particolare, una canzone di De Gregori, Pezzi di vetro, è la canzone che dedicai a Katy. La musica, come si vede nel romanzo con molte citazioni, era una delle cose che condividevo con Katy. Anche lei aveva la passione dei cantautori impegnati. La musica diventa un ricordo, è evocativa nel percorso interiore, nel mio percorso interiore che viene raccontato nel romanzo. Pezzi di Vetro era un po’ il mio cavallo di battaglia durante le scuole superiori, ma costituisce una sorta di fil rouge e di quasi immersione e ricordo di quegli anni. Ma sono anche i pezzi di vetro che stanno nella coscienza del Francesco del 2022, quei pezzi di vetro e ricordi che mi hanno sempre fatto male. La scrittura per me ha rappresentato, e rappresenta tutt’ora in questo progetto, un momento terapeutico: mi è servita per scongelare quei pezzi di vetri, per fa sì che non facciano più male. E devo dire che sta servendo molto.

La politica è un’altra fondamentale presenza nel romanzo.

Il romanzo si ambienta in un periodo molto complesso per l’Italia. Complesso dal punto sociale, economico e politico. Siamo nel periodo definito come riflusso, in cui la politica non era più di moda, dopo gli anni di piombo e gli omicidi di ragazzi di estrema sinistra e di estrema destra a Roma. Un periodo violentissimo e drammaticissimo. Nei primi anni ‘80 c’è una direzione diversa dal punto di vista sociale e c’è un ripiegamento nell’individuale, che ha portato a mani pulite e all’ascesa di Berlusconi. Insomma, possiamo dire che il privato diventa politica.

I luoghi sono un’altra delle linee che costituiscono il romanzo.

Sì, i luoghi sono parte integrante del ricordo e dello spazio in cui il romanzo si svolge. Sono luoghi veri, identificabili e descritti nelle loro caratteristiche architettoniche e storico-artistiche, ma sono anche luoghi di aggregazione che segnano la nostra vita e le nostre frequentazioni da ragazzi. Il Liceo Orazio o, ad esempio, Piazza Sempione, luogo di ritrovo dei ragazzi del quartiere Talenti, anche una linea dell’autobus che diventa collegamento tra il quartiere e il centro, la linea 60. Ma oltre a questo, i luoghi familiari e le chiese barocche di Roma. Sant’Andrea della Valle è stato, ad esempio, uno dei luoghi dove andai con Katy. Nel 2016 ritorno più volte in questi luoghi per la prima guida del Touring Club Italiano su Roma, alla quale sia io che mio fratello abbiamo preso parte. Già in quei momenti avvertivo la necessità di scrivere qualcosa per ricorda Katy. Proprio in quella chiesa a Sant’Andre della Valle, per esempio, ho avuto uno dei primi incontro con Katy. Parlavamo di arte, lei era studentessa del liceo artistico di Ponte Milvio, io meno esperto ma cercavo di nasconderlo. Ricordo tutto di quel momento, è tutto incredibilmente vivido nella mia mente. I luoghi sono al centro della stessa memoria e formano la nostra coscienza.

Grazie a Francesco Morini che ha parlato del suo nuovo romanzo scritto insieme al fratello Max che uscirà in tutte le librerie domani 20 ottobre 2023. La presentazione del romanzo avverrà alla libreria Sinestetica di Roma, alle 19:30.

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