Nel mondo dello spettacolo italiano, Giuliano Fioravanti è un personaggio del tutto particolare. Si accosta al cinema per entusiasmo, diventando un imitatore bravissimo di Alberto Sordi e di altre celebrità. Dopo la scomparsa di Alberto Sordi avverte la necessità di dedicargli una serie di eventi spettacolari per tenere viva la memoria di Albertone. L’organizzazione del Premio lo porta a collaborare a tantissimi artisti dello showbiz nazionale. Oggi, il suo impegno lungo almeno due decenni viene premiato con il Leone d’oro Alato di San Marco. La cerimonia della premiazione su svolge alla Sala Pamphili dell’Hotel Cardinal St Peter di Roma. Scopriamo insieme al premiato le tappe del suo percorso e le sue prospettive future.
Giuliano Fioravanti e la sua vocazione: l’umorismo e il ricordo dei grandi
Giuliano, oggi ricevi il Premio Leone d’oro Alato di San Marco. Che significato ha per te, in questa fase del tuo percorso artistico?
Un’onorificenza ricevuta da senatori, ambasciatori, ministri e imprenditori non può che darmi tantissime emozioni e soddisfazioni. Dopo la scomparsa di Alberto Sordi ne sentivo spesso la voce, mi sembrava di impazzire. Ho ideato il premio in memoria di lui, ma ho avuto difficoltà nel registrarlo. La notorietà e l’eredità artistica di Alberto erano immani – e il Premio Alberto Sordi esisteva già. Eppure, una soluzione l’ho trovata: l’ho registrato come Premio Amici di Alberto Sordi. Ringrazio la Fondazione Leone d’oro Alato di San Marco per aver riconosciuto il mio impegno lungo vent’anni nell’organizzazione e gestione del Premio.

Che rapporto hai con il fondatore del Premio Leone d’oro Alato di San Marco, Gennaro Ruggiero?
L’ho conosciuto solo quando mi è stato comunicato che sono uno dei premiati. È una persona di tanta esperienza nel mondo dello spettacolo, persona che ispira fiducia e stima.
Come ti accosti al mondo del cinema e allo spettacolo in genere? Che studi o frequentazioni ti ci portano?
Inizio questo mio percorso negli anni novanta. Faccio le notti al cinema come un attore “extra”, a detta degli americani. Essere comparse è fatica e sofferenza. D’estate si suda, d’inverno si patisce il freddo. Poi, ricordando Albertone che per un giorno fu anche Sindaco di Roma, ho avuto la mia occasione di fare le parti da attore. Era allora che composi una poesia dedicata a Sordi in cui ci sono queste righe: “quanno vieni a Cinecittà e non te vonno fa’ lavura’, pensa ad Alberto Sordi che tutto se risolvera’…”
Come nasce la tua associazione Amici di Alberto Sordi?
L’Associazione nasce per organizzare il Premio, ma ha la facoltà di mettere in scena spettacoli, organizzare corsi di formazione, girare film e video e gestire le attività dello spettacolo. Infatti, grazie all’Associazione, ho potuto istituire e organizzare anche il concorso per artiste esordienti Miss Albertone.
Che cosa è il Premio Amici di Alberto Sordi? Come, dove e con che regolarità l’organizzi?
Ho messo su questo premio con due obiettivi: tenere viva la memoria di Alberto Sordi e lanciare i personaggi nel mondo dello spettacolo, scoprire i talenti nuovi. In effetti, alcuni volti famosi oggi li ho visti crescere e affermarsi… Nei primi anni sono riuscito ad organizzare l’edizione estiva e quella invernale, e il Premio si teneva, quindi, due volte all’anno. Poi sono passato a un’unica edizione annuale. Vorrei avere finanziamenti e sostegni per poterlo proporre più volte all’anno. Per ricordare i grandi del cinema italiano che, indubbiamente, se lo meritano. Il luogo del premio è sempre stato un locale che abbinava la cucina all’arte e allo spettacolo: “Corazon latino”, “”Canova”, ma anche “Gilda” ed “Heaven”. Quest’anno il Premio approda a un luogo più appropriato e degno di Alberto Sordi: alla Casa del cinema.
A chi è stato assegnato negli anni il Premio Amici di Alberto Sordi?
L’elenco sarebbe infinito. Fra le prime premiate, c’è la mitica “Buzzicona” del cinema italiano – Anna Longhi. Poi ci sono il produttore Guido Simonetti, l’attore e autore Ennio Drovandi, il giornalista storico Gianni Bisiach, l’attrice Demetra Hampton, attore e conduttore televisivo Massimo Marino, il regista Luigi Galdiero.
Chi ha preso parte al Premio come ospite speciale o si è esibito come artista/ perforner?
In uno degli anni iniziali ho avuto come ospite d’onore Riccardo Fogli. Da giovanissima c’è stata anche l’attrice Claudia Gerini. Ed Eleonora Cecere, la cantante e ballerina di “Non è la RAI”. Fra le presentatrici ho avuto Antonella Salvucci ed Elena Presti, grandi nomi dello spettacolo e artiste poliedriche, note per le loro esibizioni nel ballo e canto oltre che nella recitazione.
È vero che stai scrivendo un libro su Alberto Sordi? A che punto è la scrittura?
La parte dedicata al mio ricordo di Alberto Sordi e alle edizioni del Premio è pronta. Ora i miei collaboratori scrivono dell’importanza che il grande attore ha avuto nel mondo e del patrimonio artistico che ha lasciato in molti paesi al di fuori dall’Italia. Ci saranno tante foto del Premio. Il titolo, per ora provvisorio, sarebbe “La rinascita di Alberto Sordi. Non si muore mai”.

“Maccarone, m’hai provocato, e io te dustruggo”
Hai un talento nell’imitare Alberto Sordi. Hai mai cercato di farlo in uno spettacolo o in un film?
Sì, adesso una mia amica autrice e regista riscrive per il palcoscenico uno dei film di Alberto Sordi in cui avrò l’onore di interpretarlo.
Quali sono gli autori del cinema italiano (sceneggiatori, registi) che non hai ancora conosciuto, ma con chi vorresti lavorare?
Il mio sogno sarebbe quello di lavorare nello stesso film con un’attrice da poco diventata anche regista – Micaela Ramazzotti. Lavorarci come caratterista. Carlo Verdone sostiene che i caratteristi non ci sarebbero più. Secondo me, ancora ci sono, basta cercarli. In me se lo sarebbe trovato uno subito. I caratteristi, per me, sono coloro che hanno sofferto molto e sono riusciti a trasformare il dolore vissuto in un’insolita comicità… E, mentre sogno, si concretizzano altre collaborazioni: con la regista Donatella Cotesta, con lo sceneggiatore e regista Gennaro Ruggiero, con la regista e performer a teatro e in musica Claudia Cotti Zelati, con l’attore e regista Gaetano Russo.
Augurando nuovi successi a Giuliano Fioravanti, concludiamo con il suo motto: “grazie, Alberto Sordi, che ci aiuti”