La “magia” del restauro e l’amore per le proprie radici nel nuovo libro di Eleonora Coloretti

Eleonora Coloretti è nata in una delle culle dell’arte italiana, Firenze, e ha consacrato la sua vita al restauro, un’arte che, forse più in Italia che in ogni altro luogo al mondo meriterebbe una maggiore valorizzazione. È infatti anche in gran parte grazie ai restauratori, che Coloretti ama definire maghi, che siamo in condizione di vantare il patrimonio artistico più ricco al mondo. Il nuovo libro della storica dell’arte e restauratrice, intitolato Guardare il restauro, propone un viaggio attraverso quest’ultimo, accompagnato dalle voci e dai racconti di cinque grandi restauratori italiani che hanno contribuito alla sua forte crescita nel Novecento. Perché il restauro non è solo una disciplina estremamente articolata e importante, ma significa anche dialogo continuo tra passato e presente, amore e recupero delle radici della nostra identità culturale.

La restauratrice Eleonora Coloretti

Eleonora Coloretti, restauratrice dell’arte, parla del suo nuovo libro e dell’importanza del restauro in Italia.

Eleonora, il suo ultimo libro si intitola “Guardare il restauro”. Può dirci di più in merito? Su cosa in particolare vorrebbe attirare l’attenzione di chi lo acquisterà?

Il libro raccoglie cinque interviste inedite, da me ideate e raccolte, a cinque dei più importanti restauratori italiani: Gianluigi Colalucci, Carlo Giantomassi e Donatella Zari, Guido Botticelli e Antonio Forcellino. Il libro racconta il restauro da un punto di vista nuovo ed insolito, cioè attraverso le parole di chi ha effettivamente progettato ed eseguito il delicato lavoro che sta dietro al recupero ed alla conservazione delle opere d’arte. Nella seconda parte del volume, ogni restauratore ha scelto di condividere un intervento di restauro particolarmente emblematico e rappresentativo della propria carriera. Chi acquisterà “Guardare il restauro” troverà nel libro testimonianze autentiche e inedite , aneddoti e curiosità riguardo alcuni dei più famosi e conosciuti capolavori della storia dell’arte italiana come la Cappella Sistina, La Tomba di Giulio II in San Pietro in Vincoli, il celebre dipinto di Caravaggio Giuditta e Oloferne , la Madonna del Parto di Piero della Francesca.

Quanto è importante il restauro, in particolare in Italia, per l’affermazione dell’identità culturale?

Il patrimonio culturale italiano è vastissimo ed eterogeneo , possiamo dire al che mondo non esista paese altrettanto ricco : tale patrimonio ci rappresenta e ci identifica da millenni e tutelarlo, conservarlo e valorizzarlo deve essere e rimanere uno dei nostri principali doveri. Senza passato non esiste futuro, ed è solo grazie alla riscoperta e all’amore per le nostre radici storico-culturali, che possiamo affermarci come identità. Il restauro ci offre tale possibilità ed è la chiave per permettere a questo importante motore di accendersi, ci fornisce la disciplina, le regole e le indicazioni per poter effettuare questo delicato lavoro di tutela, affinché si possa tramandare il più a lungo possibile.

Eleonora Coloretti al lavoro

Si definisce “restauratore nell’anima”. Che cosa intende?

Il mestiere del restauratore è una scelta di vita: quando ho deciso di intraprendere questo percorso, sapevo bene che non avrei soltanto scelto un lavoro, ma che avrei dedicato la mia vita al restauro. Tutto l’iter che ho scelto, a partire dal corso di studi per poi decidere dove formarmi a livello professionale, è stato calcolato in base alla forte passione che mi ha sempre accompagnato e alla consapevolezza che dedicare la vita al restauro sarebbe stato totalizzante: il restauro ti sceglie, non sei tu che decidi. E questo è quello che è successo a me, seguendo la scia dei grandi maestri che ho avuto e che ho sentito la necessità di celebrare e raccontare nel mio libro.

Cosa resterà del restauro, secondo lei, alla luce delle trasformazioni culturali in atto?

Viviamo in un epoca difficile, dove l’amore per il nostro patrimonio non viene abbastanza coltivato, dimenticandoci spesso che fa parte di noi ed appartiene a noi. Credo che sarebbe necessario un percorso di rieducazione al bello e all’arte e che questo cammino dovrebbe iniziare fin dalle scuole dell’obbligo cioè partire dai bambini per arrivare fino agli adulti. Il restauro affianca in modo naturale e conseguente questo percorso di recupero e valorizzazione e diventa con molta naturalezza metafora della vita stessa : recuperare e salvare quello che abbiamo fatto di buono, di bello e di magnifico: celebrare l’ingegno umano e ricordarci da dove veniamo e quali grandi cose siamo stati capaci di ideare e realizzare.

Il libro di Eleonora Coloretti “Guardare il restauro”

Il restauratore è un po’ un “mago”, secondo lei?

Mi piace pensare che il restauratore sia anche un po’ magico: è l’insieme di tanti saperi diversi, di conoscenze tramandate, di qualche segreto di bottega e di molta pratica ed esperienza sul campo. Grazie alla sua sensibilità, stando a diretto contatto con le opere d’arte, può percepire e cogliere aspetti e sottigliezze che altri non colgono: aggiungendo questa magia ad uno studio rigoroso e a una ferrea disciplina può veramente esprimere quella che io definisco la “Magia del restauro”. Questa magia buona è quella che il lettore troverà nel libro , se avrà la voglia e la curiosità di intraprendere questo viaggio insieme a me.

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