Maria Pia Rossignaud è un’innovatrice: impegnata nel campo della tecnologia, tra le sue numerose attività figurano quelle di direttrice della rivista Media Duemila e di Vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia, network europeo unico nel suo genere, che riunisce i nuovi media più diffusi e aziende che hanno avviato la transizione digitale, al fine di creare nuovi equilibri sostenibili anche a livello economico. Ha inoltre lanciato NewsMedia4Good, percorso culturale dedicato allo scomparso David Sassoli, con lo scopo di favorire una nuova etica dei media che abbia come priorità la sostenibilità economica del settore. Autorevole voce a favore della parità di genere, nel 2018 ha creato il prestigioso premio Donna è Innovazione, lanciato al Senato nel 2019.

Maria Pia Rossignaud, creatrice del progetto Donna è Innovazione, racconta le difficoltà delle donne nel mondo del lavoro e punta alla creazione di una comunità mondiale al femminile.
Maria Pia Rossignaud è un’innovatrice: impegnata nel campo della tecnologia, tra le sue numerose attività figurano quelle di direttrice della rivista Media Duemila e di Vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia, network europeo unico nel suo genere, che riunisce i nuovi media più diffusi e aziende che hanno avviato la transizione digitale, al fine di creare nuovi equilibri sostenibili anche a livello economico. Ha inoltre lanciato NewsMedia4Good, percorso culturale dedicato allo scomparso David Sassoli, con lo scopo di favorire una nuova etica dei media che abbia come priorità la sostenibilità economica del settore. Autorevole voce a favore della parità di genere, nel 2018 ha creato il prestigioso premio Donna è Innovazione, lanciato al Senato nel 2019.
Con lei abbiamo parlato di giornalismo, innovazione e ruolo delle donne in una società che poggia ancora su una radicata base patriarcale.
Quanto è difficile ancora oggi, per una donna, affermarsi nel mondo del lavoro?
E’ difficile perché la politica, ancora oggi, non sostiene il welfare necessario alla parità, anche con il PNRR abbiamo perso l’occasione di sostenere un piano di sviluppo per gli asili nido, senza i quali la società non si rinnova e corre verso l’incubo denatalità. Il Covid ha evidenziato che, come in passato, sono state le donne a dover rinunciare al lavoro per “la cura” di vecchi e giovani. L’educazione di genere è ancora un limite, nel film Barbie la scena in cui le bambine dicono basta ai bambolotti, la dice lunga: nate ed educate per dare da mangiare e crescere bimbi…
Il progetto Donna è Innovazione, che ho lanciato nel 2018, punta a creare una rete di donne che sono riuscite ad abbattere il soffitto di cristallo e consapevoli di esserci riuscite sentono il dovere di condividerne le difficoltà. Questo progetto mi ha portato a vincere il premio internazionale 2021 dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo. Voglio creare una catena mondiale, fra chi è sopra e chi è sotto il soffitto di cristallo, affinché chi è sopra tenda la mano e porti su un’altra.
Come è riuscita a realizzare i suoi obiettivi?
Attraverso il mio impegno costante nel fornire un contributo significativo alla comunicazione, affrontando le sfide dei cambiamenti indotti dalle nuove tecnologie e promuovendo la cultura digitale con la visione chiara sul fatto che “Esaltare e demonizzare la tecnologia sono entrambi atteggiamenti comunque sbagliati perché ciò non fa che enfatizzare il potere. È giusto invece mettere al centro di tutto questo l’umanità e le innumerevoli scelte che deve fare quando si confronta con le nuove tecnologie” insegnamento ricevuto dal mio mentore Giovanni Giovannini, storico presidente FIEG e visionario lungimirante sulle ricadute dell’innovazione, non solo sulla comunicazione, ma sulla vita stessa dell’uomo.
Si sente anche lei una “donna che fa innovazione”?
Sì, sono da sempre impegnata a diffondere innovazione. Sono appassionata di tecnologia applicata al mondo dei media, e non solo. Analizzo da sempre l’impatto dell’innovazione sulla società moderna. Da Vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia, unico network europeo che riunisce i media del terzo millennio e aziende attente alla transizione digitale per creare nuovi equilibri fondati sulla sostenibilità, anche economica, organizzo seminari sulle punte dell’Iceberg della transizione digitale. Oggi nell’osservatorio discutiamo di Intelligenza Artificiale Generativa.

Che cosa consiglierebbe alle giovani donne?
Guardare oltre senza perdere la concretezza delle radici di appartenenza, studiare, confrontarsi con gli altri senza paure, volgere uno sguardo al mondo seguendo gli esempi di chi è riuscita.
Penso a Roberta Metsola, presidente del Parlamento EU che ha raccontato, in un nostro recente incontro, di essere stata la prima europarlamentare eletta a Malta nel 2013 e che durante la campagna ha dovuto rispondere continuamente ai suoi elettori che le chiedevano come riuscisse a fare la mamma e la campagna elettorale contemporaneamente. A suo marito ( anche lui in campagna elettorale) nessuno ha mai chiesto la stessa cosa. L’invito alle donne è di non farsi zittire, gridare se è necessario ma mai arrendersi facendosi sopraffare dalla paura di non riuscire. Parafrasando Ulisse: “Non fosse fatte per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenze”.
Che cosa è per lei il giornalismo?
L’informazione ed il giornalismo di qualità sono essenziali per creare una società equilibrata, fondata sulla parità di genere. In questo momento storico l’intelligenza artificiale generativa cerca di appropriarsi del linguaggio, una svolta storica per l’umanità. Il punto è che siamo passati dalle speranze della disintermediazione al caos dovuto alla mediazione delle macchine. La crisi epistemologica in atto interessa tutte le culture del mondo: la comunicazione umana trasportata negli algoritmi non ha più bisogno del senso delle parole, ma solo di ordini. Questa è la base della crisi che tutti sottovalutano. La prima tendenza è sicuramente l’industrializzazione delle notizie false e dei falsi profondi che è stata incoraggiata dal dilagante mito della verità alternativa e poi della post verità. Con il diffondersi delle tecnologie digitali tutti in un certo senso siamo giornalisti, perché pubblichiamo ciò che vogliamo e lo rendiamo visibile a tutti. La differenza sta nell’approccio, nel sostenere sempre e comunque una corretta informazione. Il giornalista è colui che studia, si aggiorna, approfondisce, verifica le fonti, sporcando le suola delle scarpe, come ha anche detto Papa Francesco.
Il giornalismo è ancora il cane da guardia della democrazia.