Voce effervescente e rutilante quanto il rosso vivo dei suoi ricci scarmigliati, Rossella Seno ha il fuoco della passione, dell’entusiasmo e del talento, pregna di tenacia e coerenza ma versatile come la fiamma che, scriveva La Rochefoucauld, al pari dell’amore non può sussistere senza un continuo movimento…

Siamo qui con Rossella Seno, eclettica e poliedrica artista, attrice e cantautrice veneziana
Frequenta dapprima la Scuola del Teatro a l’Avogaria di Venezia e inizia a lavorare come attrice e modella oltre ad intraprendere l’attività canora (per lei scriverà alcuni testi Lucio Quarantotto). Indi, trasferitasi a Roma, corrobora la sua preparazione teatrale e musicale con Carlo Merlo dell’Accademia nazionale d’arte drammatica, seguendo inoltre vari stage condotti dalle rinomate Beatrice Bracco, Francesca De Sapio e Michael Margotta, membri dell’Actor studio. Partecipa a diversi spot, fiction e serie televisive, da La dottoressa Giò, 1997-1998, a La squadra, 2000-2007, a Un posto al sole, 1996-2012, nonché a pellicole cinematografiche, da Femminile, singolare, di Claudio Del Punta, 2000, a Adius, Piero Ciampi ed altre storie, di Ezio Alovisi, 2008, e si cimenta altresì nel teatro, da Sex in the city, 2006, spettacolo di Luca Biglione diretto da Fabio Crisafi, al recital Ah, Piero Ciampi, 2012, da lei ideato, diretto e interpretato; fino al suo ultimo lavoro, Io sono Eterna, del 2021. Nell’ambito teatrale ricopre più ruoli: nel 2004, ad esempio, è assistente alla regia di Edoardo Siravo per Simon Boccanegra. Nel 2005 è protagonista dello spettacolo La Rossa di Venezia, di Giò Alajmo, diretto da Claudio Insegno, per il quale interpreta una canzone dallo stesso titolo scritta appositamente per lei da Mario Castelnuovo, con cui collaborerà ancora. Si dedica inoltre all’attività di presentatrice, ed ha altresì esperienze televisive, collaborando ad esempio con il TG5, dal 2007 al 2014, in veste di una delle voci di Prima Pagina. Molto attiva nel sociale e nell’impegno civile, nel 2017 mette in scena, coadiuvata dal cantautore e bluesman Lino Rufo e dal chitarrista Yuki Rufo, Puri come una bestemmia, uno spettacolo di teatro-canzone e di denuncia ove perora le istanze degli “ultimi”, e che la cantautrice e Lino Rufo portano in scena ancora oggi. Si profonde per le più disparate cause, dal dramma dell’immigrazione alla lotta alla diseguaglianza sociale, dall’ambientalismo ai diritti degli animali, partecipando inoltre a varie ed eterogenee iniziative: è stata ad esempio testimonial della ONLUS “Ti amo da morire” contro il femminicidio, e nel 2015/2016 ha partecipato ad Animal aid Live, il primo concerto in favore dei diritti degli animali svoltosi a Roma. Vanta diverse collaborazioni con personaggi del calibro di Massimo Germini, Pino Pavone, Mario Castelnuovo, Michele Caccamo, Federico Sirianni, Allan Taylor, Matteo Passante, Lele Battista, Athina Cenci e Lina Wertmüller (con le ultime due ha collaborato nella realizzazione dell’album di Mario Castelnuovo com’erano venute buone le ciliegie nella primavera del 42, 2005, ove lei figura come voce femminile e loro come voci narranti), ed ha mirabilmente interpretato opere di vari altri cantautori, da Piero Ciampi a Federico Sirianni a Fabrizio De André. La sua nutrita discografia va da E il tempo se ne va. Rossella Seno canta Piero Ciampi (ArtTape/CNI Music, 2009; all’inedito E il tempo se ne va, contenuto nel disco, è stato assegnato un Premio Ciampi Speciale nel 2008) a Luna su di me (Fiorucci-Germini, dal progetto “Il cielo degli orsi”, 2013) a Pura come una bestemmia (Azzurra Music, 2020; contenente tra gli altri il brano La ballata delle donne, poesia di Edoardo Sanguineti adattata e musicata da Lino Rufo), fino al recente La Figlia di Dio (Azzurra Music/ Disobedience Associazione Culturale, 2023).
Innanzitutto grazie di essere qui con noi. Quale artista assolutamente versatile e poliedrica, si è dedicata con zelo a diverse discipline, in veste di presentatrice, attrice, cantante… Quanto lo svolgimento congiunto di queste attività le ha portate ad influenzarsi e contaminarsi vicendevolmente?
Specifichiamo che, dovendomi mantenere, a molte delle tante discipline mi ci sono dedicata per questioni puramente economiche, cercando comunque da buona veneta di portare a casa il risultato. Tutto dovrebbe fare esperienza, ma l’Italia è un Paese che non premia in questo senso: qua o la fama arriva subito e senza passare per la gavetta, o pare non arrivare più.
Diciamo che la forma a me più consona è quella del Cantateatro, la parola, il contenuto sono fondamentali.
Lei ha sempre manifestato un grande entusiasmo per il Teatro Canzone di Gaber e Luporini. Tuttavia, non sembra mutuare da Gaber o altri artisti simili la componente di ironia sorniona e scanzonata, bensì si accosta ad essi per una naturale leggerezza che, come ci ricorda Italo Calvino, non è affatto superficialità. La sua voce piena eppure pastosa ed argentina veicola con levità le tematiche più gravose, conferendo ad ogni brano, indipendentemente da genere e registro, un’atmosfera rarefatta che diventa una sorta di cifra, di linguaggio: l’impalpabilità avvolge facilmente il cuore di chi ascolta fendendo e sfaldando ogni barriera… Si riconosce in queste mie parole?
Non riesco a portare la leggerezza sul palco, probabilmente per la drammaticità degli argomenti che affronto. Mi manca quell’ironia che mi contraddistingue nella vita. Non confondiamo però la profondità con la pesantezza. Mi piace andare a fondo, scavare, guardare le cose da ogni prospettiva. I particolari sono fondamentali. Così da poter pensare con la propria testa e non lasciarsi influenzare dal pensiero unico, imposto.

La musica e l’arte come poesia e come missione
Assieme alla soavità vellutata e irresistibile della sua voce lei sembra fare di empatia e gentilezza delle vere armi di ribellione da contrapporre alla durezza del mondo, divenendone una sorta di cantrice, di trovatora. Sovvengono alla mente alcuni versi della grande Emily Dickinson sul potere rivoluzionario della gentilezza: “Da premure così discrete / Un fiore, o un libro, / Vengono piantati semi di sorrisi / Che fioriscono nell’oscurità”. Quanto sono importanti per lei queste qualità nell’arte come nella vita?
Rispondo con una strofa di Federico Sirianni tratta dalla canzone Il Santo:
“Benedetta sia la gentilezza
Benedetto lo stupore
Benedetta sia la verità
Se la verità è dolore
Benedetto sia l’incanto
Benedetta l’espiazione
Benedetta la complicità
Che unisce le persone”.

Nel corso della sua carriera lei si è distinta per intraprendenza, sperimentandosi intrepida in più campi: al netto dei risultati creativi, quali esperienze reputa le più preziose?
Reputo il mio più una missione che un mestiere, “Io non canto per cantare ma perché la voce ha sentimento e ragione, e anche se una canzone non può cambiare il mondo può contribuire a renderlo migliore, stimolando cuore e cervello…” Il mio debutto al Piccolo Ambra Jovinelli di Roma con La Rossa di Venezia, autobiografico, Cara Milly – canzoni d’amore e di guerra già cantate da Carla Mignone, così come ogni mio spettacolo teatrale di denuncia a favore dei diritti umani e animali.. Se anche solo una delle parole recitate o cantate fossero riuscite a toccare l’anima e a stimolare il cervello dello spettatore, ecco, quella per me è da considerarsi un’esperienza preziosa.

Formazione e valori: tutto ciò che forgia una voce
A chi vanno la sua stima e ammirazione? Chi considera i suoi maestri e le sue maestre in ambito artistico e non?
Artisticamente ai cantautori, Dylan, De Andrè, Guccini, De Gregori, Fossati, Lolli, sono molti, eh?! Mi hanno insegnato il valore e l’importanza delle parole, della poetica dei testi.
Nella vita? Gesù (non quello raccontato dalla Chiesa, morto e sepolto per i nostri peccati), Don Gallo e tutte le persone che si battono per i diritti umani e animali, che combattono le disuguaglianze e i soprusi, che si sporcano le mani mettendoci la faccia.

Del suo carattere ribelle fa parte anche il rifuggire il peso infido di ogni affettazione. Il grande scrittore Henry David Thoreau riteneva che l’unico obbligo che avesse il diritto di assumersi fosse di fare in ogni circostanza solo ciò che reputava giusto, e ricercava la propria autenticità di uomo a contatto della dimensione naturale. Lei, fervente animalista, ha un profondo amore per la natura: come descrive il suo rapporto con essa?
Quest’estate tra formiche, vespe e zanzare lo sta mettendo a dura prova (sorrido).
La natura rigenera, lenisce. Ho scelto di vivere in un appartamento che inizialmente mi convinceva poco solo perché si affaccia su una riserva naturale protetta. Mi ritengo “la guardiana del bosco”, questi poveri alberi di cui nessuno si prende cura. Finché i comuni daranno gli appalti a ditte esterne continueremo a vedere stragi di alberi innocenti. Dovremmo insegnare nelle scuole l’importanza della natura e a non dimenticarsi di onorare e ringraziare Madre Terra in ogni momento della giornata.

L’arte come impegno, l’impegno come arte, l’arte come vita
Attraverso la sua associazione culturale, “Disobedience”, lei persegue la comunione fra arte, cultura ed etica, e perora ogni genere di causa. In cuor suo, quale scopo si prefigge attraverso questa attività associativa?
La mia ambizione è quella di creare un centro culturale di aggregazione ma nel centro della città, dove c’è poco e niente. Ho scritto alla Presidente del mio municipio, che è il 1, qui a Roma, sono in attesa di risposte..
Nel frattempo cerco di portare più che posso bellezza e cultura. Con Disobedience abbiamo già fatto un bel po’ di cose, un evento corale su Piero Ciampi, voluto dallo stesso Premio Ciampi di Livorno, abbiamo collaborato alla produzione del mio album La figlia di Dio, patrocinato dalla Comunità San Benedetto al Porto, fondata dallo Stesso Don Andrea Gallo (special guest Alessio Boni ed Allan Taylor), prodotto il video di Cantami, tratto dallo stesso album, con disegni di “Roby il Pettirosso”, e uno spettacolo di Cantateatro, unito ad altre forme d’arte; fotografica e Street art.
Lo stato non ci viene in aiuto: purtroppo si può accedere ai bandi solo dopo tre anni di attività…
Quali sono i suoi prossimi progetti?
Continuerò a promuovere i miei due album, ma poiché come dico sempre “ è la vita che fa”, chissà quali altre sorprese mi aspettano…