Giovani donne alla ricerca di se stesse: la scrittura e la vita secondo Lorenza Gentile

Lorenza Gentile, autrice di quattro romanzi (tra cui Teo e La felicità è una storia semplice, entrambi per Einaudi) ha raggiunto il successo nel 2021 con Le piccole libertà, e ha da poco pubblicato Le cose che ci salvano. Al centro di entrambi i romanzi ci sono due donne alla soglia dei trent’anni, Oliva e Gea, alla ricerca di se stesse. La prima dà una svolta alla sua vita a Parigi, dove si reca per ritrovare l’enigmatica zia Vivienne, la seconda insegna che anche nel caos di Milano, dove la vita di quartiere sembra pressoché impossibile, si nascondono luoghi intimi, accoglienti, vivibili, a cui poter sentire di appartenere.

Lorenza Gentile

Una chiacchierata alla scoperta di quelle cose semplici che abbiamo tutti a portata di mano, ma spesso non vediamo. Ce le racconta Lorenza Gentile

Lorenza, grazie per averci concesso questa intervista! Nel tuo ultimo libro, Le cose che ci salvano, racconti di Gea, una giovane tuttofare che vive sui Navigli di Milano e non oltrepassa mai i confini del suo quartiere. Una protagonista che “non crede nei supermercati e nel comprare”. Quanto c’è di te, in lei?

Sicuramente Gea incarna una mia filosofia di vita, ma allo stesso tempo mi ha insegnato molto. Senza saperlo, è femminista, ambientalista, umanista… Mi ha indicato una strada possibile, una strada fatta di piccole azioni quotidiane alla portata di tutti. È una ragazza interessata agli altri, si fa carico dei loro problemi, cerca di prendersi cura di loro e in questo mi rispecchia molto. Anche io, inoltre, faccio molta vita di quartiere, e i Navigli è un luogo in cui ho vissuto per molti anni.

Quali sono le tue “cose che ti salvano”?

Le cose che mi salvano sono il rapporto con gli altri, che nutre ogni mia giornata, e l’arte, intesa come l’insieme di letteratura, cinema, musica, arti pittoriche e via dicendo, perché sono sguardi sempre nuovi sul mondo.

Copertina del volume Le cose che ci salvano

Nel tuo ultimo libro, e in Le piccole libertà, le protagoniste prendono in mano la propria vita e provano a costruire un nuovo futuro. È un messaggio di ottimismo per i tuoi lettori?

Assolutamente sì. Penso che non sia mai troppo tardi per dare una svolta alla propria vita, per allinearsi con ciò che siamo davvero, per scoprirci più nel profondo, per cambiare direzione, per imparare l’amore per le piccole cose.

Quali sono le tue influenze letterarie?

Sono tantissime le autrici e gli autori che amo e che mi hanno insegnato molto. Per citarne alcuni, Elizabeth Strout, Natalia Ginzburg, Annie Ernaux, Tove Ditlevsen, Lev Tolstoy, Irene Némirovsky, Amelie Nothomb, Gabriel Garcia Marquez, e poi tanto teatro a partire da Samuel Beckett e Harold Pinter, senza dimenticare Chechov e Shakespeare, ovviamente.

Le piccole libertà è ispirato alla tua esperienza da Tumbleweed nella libreria Shakespeare and Company di Parigi, dove hai vissuto con altri ragazzi e ragazze provenienti da varie parti del mondo. Ci racconti cosa porti con te ancora oggi, di quel periodo? Come ti ha cambiata?

Alla Shakespeare and Company ho incontrato persone come me, che amavano i libri sopra ogni cosa, e che mi accettavano esattamente com’ero. È stata la prima volta nella mia vita in cui è stato facile sentirmi parte di una comunità e questo mi ha cambiato la vita, perché mi ha fatto sentire meno sola. Da allora ho sempre saputo che non ero strana, e non avevo niente che non andava. Semplicemente, ero diversa dalla maggior parte delle persone che mi circondava e andava bene così.

Che significato hanno i legami familiari per Gea e Oliva, le protagoniste di Le cose che ci salvano e Le piccole libertà? in entrambi i libri, la famiglia è piuttosto presente nella definizione del personaggio principale.

La famiglia è la nostra prima esperienza del mondo e spesso ci condiziona molto, senza che ce ne accorgiamo. Per me è sempre interessante andare a ritroso nelle vite delle mie protagoniste alla ricerca delle cause del loro malessere iniziale, del seme che senza saperlo hanno dentro e che a volte limita le loro scelte. Penso che sia importante arrivare a guardare il passato per quello che è e poi lasciarlo andare, per poter vivere una vita che ci rappresenti davvero.

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