Filippo Caccamo, trentenne di Lodi, è comico, autore, attore e docente. Laureato in Storia e Critica dell’Arte, pubblica contenuti sui social dal 2017, e oggi conta più di un milione di follower tra Instagram, Facebook, Youtube e Tik Tok. Per anni ha insegnato Lettere alle medie, esperienza dalla quale prende ispirazione per raccontare ironicamente il mondo della scuola, nei suoi video e non solo. La vita del corpo docente, infatti, è diventata anche oggetto del suo spettacolo teatrale “Tel chi Filippo”, con il quale sta girando l’Italia, registrando ovunque sold out.

Abbiamo incontrato Filippo Caccamo, professore e attore comico diventato celebre grazie ai suoi video su Instagram.
Professore di ruolo, premiato dal Moige (Movimento Italiano Genitori) per l’originalità del suo percorso social, Caccamo piace a studenti e docenti, ma anche a chi, il mondo della scuola, lo osserva dall’esterno. Con la semplicità che lo contraddistingue, ha risposto alle nostre domande.
Filippo, innanzitutto grazie per averci concesso questa intervista. Come è nata l’idea di fare comicità sulla scuola?
Mi è venuta perché entrando in aula insegnanti il primo giorno da docente ho proprio pensato: “Questo mondo va assolutamente raccontato! La vita dell’insegnante è meravigliosa!” e da lì, provando a fare qualche video, ho capito che anche il pubblico aveva bisogno di sentirsi raccontato.
Come concili il tuo lavoro di insegnante con quello di attore comico?
Attualmente sono in pausa dalla cattedra, per una questione di serietà nei confronti dei ragazzi. Sapevo che avrei avuto un importante tour nei teatri e non volevo lasciare soli i ragazzi che nel corso dell’anno avrebbero avuto il supplente del supplente del supplente.

Nei tuoi video proponi diversi “tipi” di professori, ma nella vita di tutti i giorni quali differenze noti tra le vecchie e le nuove generazioni di insegnanti?
Sicuramente le vecchie generazioni sono più preparate. Senz’ombra di dubbio. Non tanto dal punto di vista puramente nozionistico, ma proprio sulla conoscenza del mestiere dell’insegnante. Detto questo, c’è assolutamente necessità di un cambio generazionale dietro la cattedra. Le vecchie generazioni, ahimè, sono davvero lontane dagli alunni. Non comunicano più, non hanno le stesse parole, e quindi gli stessi pensieri.
Lasceresti la scuola per dedicarti solo al teatro e alla comicità?
Ho la grande fortuna che “scuola” e “teatro” non sono l’uno il piano B dell’altro. Se mai dovessi lasciare il teatro per tornare a scuola lo farei super volentieri! I ragazzi, devo ammetterlo, mi mancano.
Com’è il tuo rapporto con i tuoi studenti? Conoscono i tuoi video? Vengono ai tuoi spettacoli?
Abbiamo un ottimo rapporto! Oltre ad essere i fan numero uno dei miei video, quando vado in classe sono i primi a dirmi “Ieri io e mia mamma abbiamo riso tutto il tempo!”, vengono a tutti gli spettacoli! Un affetto incredibile che spero di poter rendere loro con un buon lavoro.
Cosa diresti a chi, non conoscendo dall’interno il mondo della scuola, sostiene che “gli insegnanti abbiano tre mesi di ferie”?
Direi che ci sono tantissimi modi per insegnare, e sicuramente c’è chi passa 2/3 mesi a non fare nulla, è innegabile. Detto questo ci sono tanti, tanti, tantissimi colleghi per cui l’estate è un’occasione per lavorare ancora di più. Non in classe, certo, ma nella preparazione. Che, come dicevamo, vale più di tutto.