Giorgio Ambrosoli è stato un avvocato italiano che è stato assassinato il 11 luglio 1979. L’omicidio di Ambrosoli è stato un caso di grande rilevanza nella storia criminale italiana.

Giorgio Ambrosoli. Uno dei tanti volti che hanno cercato di “ripulire” uno Stato corrotto sino al midollo. E come sempre accade, la fine è quella nota.
Ambrosoli era un avvocato specializzato in diritto fallimentare e venne incaricato di fungere da commissario liquidatore per la Banca Privata Italiana (BPI), un istituto finanziario coinvolto in attività illegali e frodi. Durante la sua indagine sulla BPI, Ambrosoli mise in luce una vasta rete di corruzione e malaffare che coinvolgeva politici, imprenditori e figure del mondo finanziario.
A causa del suo lavoro e delle sue rivelazioni, Ambrosoli ricevette numerose minacce di morte. Il 11 luglio 1979, mentre si trovava nella sua casa a Milano, fu assassinato da un sicario inviato dalla mafia. L’omicidio di Ambrosoli fu un evento di grande impatto in Italia e sollevò un’ondata di indignazione nazionale.
L’omicidio di Giorgio Ambrosoli portò all’apertura di un’inchiesta giudiziaria e alla successiva condanna di numerosi individui coinvolti nella corruzione legata alla BPI. In particolare, il banchiere Michele Sindona fu condannato per il suo coinvolgimento nell’assassinio di Ambrosoli.
L’omicidio di Giorgio Ambrosoli è stato un importante capitolo nella lotta contro la corruzione e il crimine organizzato in Italia e ha contribuito a rafforzare l’impegno delle istituzioni nel contrastare il potere illegale e garantire la giustizia.