L’Indice dei libri proibiti, noto anche come Index librorum prohibitorum in latino, era una lista di libri proibiti dalla Chiesa cattolica. Questo elenco fu creato per la prima volta nel XVI secolo dalla Congregazione dell’Indice e venne pubblicato per regolare la lettura dei fedeli cattolici.

Son trascorsi quasi 60 anni dall’abolizione da parte del Vaticano dell’indice dei libri proibiti.
L’obiettivo dell’Indice dei libri proibiti era quello di proteggere la fede e la moralità cattolica, proibendo la lettura di libri considerati eretici, blasfemi, immorali o dannosi per la fede. La lista comprendeva opere di diversi autori, tra cui filosofi, teologi, scienziati e scrittori, che venivano messi all’indice a causa delle loro idee o contenuti ritenuti incompatibili con l’insegnamento della Chiesa.
L’Indice dei libri proibiti è stato in vigore per secoli, ma ha subito diverse revisioni nel corso del tempo. Nel 1966, papa Paolo VI emise un decreto che abolì ufficialmente l’Indice dei libri proibiti, riconoscendo la libertà di coscienza e di espressione e invitando i fedeli cattolici ad assumersi la responsabilità del loro discernimento personale nella lettura di libri.
L’abolizione dell’Indice dei libri proibiti rappresentò un cambiamento significativo nella politica della Chiesa cattolica riguardo alla censura e alla regolamentazione dei libri, riconoscendo la necessità di un approccio più aperto e responsabile verso la lettura e la conoscenza.